giovedì 10 agosto 2017

Gli smartphone hanno distrutto una generazione, ma ...

by Prof Daniele Pauletto & Students


Dopo Uno smartphone per amico ... Indagine nella Castellana ( 2014 )


Gli smartphone hanno distrutto una generazione,
ma la Bellezza può salvarli


Lanciato un grido di allarme dagli USA ,da Jean Twenge, docente in psicologia Università di San Diego, nel suo libro "IGen" sulla generazione iGen, giovani nati tra il 1995 e il 2012 e cresciuti con cellulari e smartphone. 

I teenagers Usa sono più depressi e meno inseriti a scuola o al lavoro, sono una generazione solitaria e dislocata, passano meno tempo con gli amici ( -40% ), meno tempo nello studio e nello sport. 
La pista di pattinaggio, il campo da pallacanestro, la piscina cittadina, sono stati sostituiti da spazi virtuali accessibili tramite app e il web  (su Snapchat, Instagram, Facebook).
Giovani adirittura con scarso interesse perfino nella sfera della sessualità (-40%), che non lavoricchiano per essere/sentirsi indipendenti, che non prendono e la patente di guida ,che vanno poco a ballare.
Amano i telefonini più di quanto vivano le persone reali, preferiscono la texting ( scrittura messaggini ) alla conversazione effettiva, emoj (faccine) comprese.

Tutto bene allora ? No, infatti  la depressione e l'insonnia crescono,così come i suicidi e il bullismo aggressivo.
L'arrivo dello smartphone ha radicalmente cambiato ogni aspetto delle vite degli alescenti,non più un'adolescenza analogica ma digitale, cambiato inoltre la natura delle loro interazioni sociali e della loro "salute mentale". 
Giovani più sicuri e meno dipendenti dall'alcool e fumo,più depressi ( correlazione con maggior uso del display ), più 21% maschi e più +50% ragazze.
In aumento anche i suicidi,gli adolescenti che trascorrono tre ore al giorno o più sui dispositivi elettronici hanno il 35% per cento in più di probabilità di avere un fattore di rischio per il suicidio.
Dipendenti dal wifi e always on, sono sempre attaccati ai loro smartphone anche di notte magari sotto il cuscino nel letto, spesso soffrono di insonnia hanno diminuito le loro ore di riposo mediamenti da 9 a 7 ore.
Più "casalinghi" e "divanati",hanno più tempo libero,sono più in famiglia ma estraniati con  i loro smartphone. 
I ragazzi di 18 anni ora agiscono più come quelli di quindici e quelli di quindici anni più simili ai 13 anni. L'infanzia ora si estende ben oltre al liceo, ma cosa fanno con tutto questo tempo? Sono sul telefono, nella loro stanza, soli e spesso in difficoltà.

I genitori spesso sono più inclini a incoraggiare i loro figli a rimanere a casa a studiare piuttosto che cercare di ottenere piccoli lavoretti per guadagnare qualcosa.
Gli adolescenti,a loro volta, sembrano soddisfatti di questo accordo domestico, non perché sono così studiosi, ma perché la loro vita sociale è vissuta sul proprio telefono. Non hanno bisogno di andarsene a casa per trascorrere del tempo con i loro amici.
In aumento anche i fenomeni di bullismo e la violenza digitale via social.

In Italia le cose non sono poi così tanto diverse, lo smartphone è come un "biberon elettronico" che cura l'horror vacui informazioniale, e il frenetico multitasking (fanno più cose contemporaneamente), che regala un po'di emozioni risvegliando dalla noia una generazione di giovani fomofobici (paura di essere esclusi dai social) patiti di selfie spesso estremi in cui si rischia addirittura la cosa più preziosa , la propria vita. 

Uno studio dell'Università di Plymouth (nel Regno Unito) ha rilevato una certa mancanza di cautela nel lanciarsi in conversazioni in rete su tema quali sesso, alcol, droga e altri ambiti considerati poco desiderabili.
Lo studio che ha coinvolto 178 studenti britannici e italiani, indagando come i social vengano impiegati dai più giovani,ha infatti evidenziato come i giovani inglesi sono maggiormente inclini a esplicitare sesso e abusi con droghe e alcol, mentre gli italiani tendano più facilmente a pubblicare contenuti offensivi oppure a condividere ingenuamente dettagli fin troppo personali.

​                                               ​Prof Daniele Pauletto con studente presso Mostra Joan Mirò a Villa Manin 

Cosa fare ?

Traconiane terapie di divieti o sequestro della "pantegana digitale" (così Sergio Saviane aveva definito con acume sprezzante i primi cellulari, non sapendo ancora cosa sarebbe diventati ) risultano inutili se non controproducenti meglio usare intelligenti strategie che trasformino il biberon in un caleidoscopio di bellezza.
Si documentare,fotografare il bello che esiste intorno a loro così che lo schermo si accenda questa volta di colori immagini di opere d'arte o bellezze architettonicche mai viste prima magari da una visuale prospettica diversa,una sfida per la Scuola.
Impegnarli in piccoli lavori di reportage audiovisivi con i nuovi mezzi tecnologici, noi lo abbiamo fatto con i minidroni volanti nell'esperienza dronibyart portando molti studenti a documentare mostre d'arte,ville,musei.
Ecco allora che può succedere qualcosa di strano, un display freddo presente vita,calore animato dalla Bellezza che porta luce nelle annoiate vite dei giovani entusiasmandoli in insoliti cacciatori di Bellezza. 




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